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16 aprile 2008

SPARTACO


Gladiatore capo della rivolta servile contro Roma del 73-71 a.C. Probabilmente di origine tracia, dopo aver militato come ausiliario nell'esercito romano, sarebbe poi stato fatto schiavo, forse dai pirati, e venduto a Roma. Comunque nel 73 si trovava in una scuola di gladiatori a Capua, donde, ribellatosi, fuggì con pochi compagni, ai quali si aggiunsero ben presto numerosi schiavi fuggiti dai molti latifondi della zona e anche un ragguardevole numero di diseredati e nullatenenti liberi delle campagne. Sottovalutata da Roma, che inviò solo truppe raccogliticce al comando prima di Caio Claudio Glabro, il quale non riuscì a bloccare i ribelli asserragliati sul Vesuvio, poi di Publio Varinio, che non poté impedire il saccheggio dei territori campani, specie di quelli di Nola e di Nocera, la ribellione si estese rapidamente, passando in Lucania. Qui le forze del ribelle si divisero: Spartaco si diresse verso il nord, mentre il suo luogotenente Crisso si recò nell'Apulia, dove fu sconfitto e ucciso dal console Lucio Gellio Publicola. A sua volta Spartaco, dopo aver battuto l'altro console, Lucio Cornelio Lentolo Clodiano, che aveva tentato di sbarrargli il passo, sconfisse anche Gellio, costringendo poi numerosi Romani, fatti prigionieri, a combattere come gladiatori in onore del morto Crisso. Poco tempo dopo presso Modena riuscì a sconfiggere il proconsole Caio Cassio Longino Varo. A questo punto però Spartaco, al quale alcuni autori attribuirono il proposito di ripassare le Alpi per ricondurre in patria i compagni (in gran parte Traci, Celti e Germani), si volse nuovamente verso sud, tornando in Lucania, donde passò quindi nel Bruzio, probabilmente con l'intento di passare in Sicilia con l'aiuto di pirati cilici.

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